Quel 22 dicembre…

  

Era la domenica 22 dicembre 1974 quando ho partecipato a Lugano ad un ”pasto povero“ di solidarietà con i poveri del mondo: un piatto di riso bollito, frasi di riflessione affidate a strisce di carta seminate su tavoli, nessun discorso e nessuna conferenza dai microfoni, ma conversazioni intense tra le cinquecento persone sedute a tavola. Con rappresentanti di numerose associazioni avevo contribuito a organizzare quell’incontro.

 

Un evento importante per me. Non solo perché in quella occasione ho conosciuto mia moglie. Ma anche perché era il mio primo contatto con così tante persone che nella Svizzera Italiana – piccola, meridionale, minoritaria parte di Svizzera – portano avanti proposte alternative per la giustizia, i diritti umani, l’ambiente, la solidarietà, l’interculturalità… in una parola, la pace.  

 

In collegamento con queste iniziative, io, italo-svizzero, ho operato professionalmente per oltre un quarto di secolo, prima come caporedattore di una rivista di dialogo interculturale e poi come delegato per la Svizzera Italiana del Dialogo Nord-Sud del Consiglio d’Europa. Quel 22 dicembre 1974 non si parlava ancora di “rete”, ma l’idea sostanzialmente c’era già.

 

E questa idea di contribuire a creare comunicazione e sinergia tra le varie iniziative “alternative” presenti sul territorio (espressioni locali di cambiamenti in atto a livello globale), mi ha accompagnato fino ad oggi. Nel novembre 1997, quando ero delegato per la Svizzera Italiana del Dialogo Nord-Sud del Consiglio d’Europa, ho dato corpo a quest’idea creando l’altro/l’altra, “vademecum periodico di incontri con gli altri, in cerca di alternative”.

 

Un vademecum rivolto essenzialmente alle persone: l’altro/l’altra non è un “mass media”, ma un “personal media”. Ogni numero è costituito sostanzialmente da una fitta agenda di appuntamenti segnalati in prevalenza dagli/dalle stessi/e abbonati/e, annunciati anche con grande anticipo e completi delle coordinate per contattare le persone che organizzano le varie manifestazioni.

 

L’agenda è preceduta da un mio editoriale e seguita, a ruota libera, da interviste, documenti, segnalazioni di libri e di siti. Attualmente il vademecum esce 10 volte all’anno e arriva in abbonamento su carta (solo in Svizzera) o su file (in formato PDF). Gli abbonamenti, unica fonte di finanziamento, coprono le spese; il lavoro è svolto a titolo gratuito. Le/gli abbonate/i che lo desiderano, ricevono via mail aggiornamenti dell’agenda.

 

In questo sito si possono trovare tutti gli editoriali e tutte le interviste apparse sul vademecum. C’è inoltre la possibilità di consultare un intero numero, di conoscere una serie di links amici de l’altro/l’altra e di contattare la redazione. E c’è, non da ultimo, l’opportunità di sentire impressioni ed echi delle lettrici e dei lettori, che dicono cos’è per loro il vademecum.

 

Impressioni che un lettore sintetizza così: “Sono rimasto molto colpito dalla stretta relazione fra l’editoriale che parlava della strategia lillipuziana e la sua realizzazione pratica e immediata, che a mio avviso si manifesta con il mensile stesso”. E un altro così: “I numeri di l'altro/l'altra contengono delle riflessioni e delle segnalazioni molto importanti per cercare di andare verso un altro mondo possibile”.

 

Echi che degli editoriali dicono: “mi scaldano sempre il cuore”, “li trovo molto stimolanti”, “benché siano poche righe, mi sono entrate nel cuore”, “trasmettono sensibilità”, “mi fanno sempre riflettere da un mese all'altro”, “sono spunto di preziose riflessioni”. Echi in cui si parla del vademecum come di un “appuntamento importante”, un “aiuto ad aprire mente e (co)scienza”, un “giornale che va alla sostanza”.

 

Altri echi che definiscono l’altro/l’altra “prezioso lavoro di informazione e connessione”, “tenace e coraggioso lavoro di informazione”, “ottima proposta”, “frutto di cura costanza pazienza rare oggi a trovarsi”, “bella ed intelligente pubblicazione”, “un primo importante contributo alla costruzione di una comunità della comunicazione", “semplice pulito e attento mezzo di dialogo”, “bella iniziativa, che giunge periodicamente nelle nostre case a portare un'apprezzata brezza di pace”.

 

Benvenuto/a, dunque, nel sito de l’altro/l’altra!

 

Vittorio Dell’Era