l’altro/l’altra  N. 6,  aprile 1998

 

Elogio della farfalla

 

Aprile è tempo di primavera e di Pasqua. Tempo di tessere un elogio della farfalla.

 

Farfalla simbolo impressionante di anima e immortalità, rinascita e risurrezione. Come nel disegno che Luis Marsiglia ci dona questo mese.

 

Farfalla screditata da chi ne fa sinonimo di donna o uomo volubile. Non confondiamo le farfalle con le banderuole!

 

Farfalla che non dice volubilità, ma evoluzione. Farfalle che ci ricordano Eraclito e Teilhard de Chardin.

 

Che c’entrano le farfalle con “l’altra / l’altro”? È forse un mensile di entomologia? C’entrano!

 

La nostra è l’agenda di chi conosce la fatica della coerenza evolutiva o (che è lo stesso) dell’evoluzione coerente. È un invito all’autosviluppo.

 

Non è il vademecum dei voltamarsina, il breviario dei voltagabbana. prescrive impacchi per le gambe di legno.

 

“l’altro / l’altra” non è il dizionario degli stereotipi, la videoteca del déjà vu, l’atlante dei luoghi comuni.

 

La farfalla è partire e mutare, metamorfosi e migrazione, distacco e trasformazione, passaggio e liberazione.

 

Formidabile viaggiatrice (se ne sa di una che ha percorso 3600 chilometri), forte della sua apparente fragilità, la farfalla è mobile icona della nonviolenza.

 

Le farfalle (se ne conoscono almeno 165 000 specie), sono un variopinto panegirico della varietà, un vivente inno alla diversità.

 

La farfalla è l’alternativa già dentro di noi. L’altra faccia del bruco. La luce che erompe. La voce interiore che improvvisamente risuona.

 

È primavera: puoi volare, farfalla[1]!

 Vitt

 

[1] Così si intitola anche un libro: WOODMAN Marion, Puoi volare, farfalla. Psicologia femminile e trasformazione, red edizioni, Como 19922.